Stefano Scotti
Stregato dalla musica variopinta proveniente dal tutto il mondo in onde corte attraverso la sua spettacolare radio Magnafon a valvole, Stefano ancora giovincello si butta a mettere puntine sui piatti di una radio di cantina, che viene trasferita in una nuova sede e ben presto diventa illuminata e partecipata dall’Onnipotente.
Negli anni Settanta e Ottanta, in compagnia di losche figure in assetto da underground, partecipa ad un palinsesto roccambolesco fatto di psychedelic rock, liscio, back funky, country, R&B, rumba e milonga. Disdegna fortemente la musica italiana, che ancora adesso è per lui come kryptonite, e ha tanto amato le radio libere anche quando erano occupate.
Passa la gioventù tra grande musica, dribbling, due cavalli e bollenti estati (da cui deriva il suo nome d’arte) che ne segnano fortemente il suo divenire adulto, ma poi si prende giusto una piccola pausa che dura 30 anni.
Torna ora nell’etere, convinto più che mai che nessuno si ricorderà di lui, ma sicuro che lascerà il segno.